Alla IX Conferenza di Washington

Alla IX Conferenza a Washington una tesi super <<Va Pubblicata>>

Lo studio di Gabriella Schirinzi in ricordo del padre

«C’è troppa tristezza in giro, troppo dolore tra la gente: le persone hanno bisogno delle sue parole, la prego pubblichi e faccia tradurre la sua tesi».

Con queste parole uno tra i massimi esperti  internazionali  del  cosiddetto  “Morbo  della  mucca pazza”,  il  professor  Pierluigi Gambetti,  ha  accolto  lo  studio di Maria Gabriella Schirinzi, la giovane  di  Casarano  fresca  di laurea  in  Scienze  pedagogiche presso  l’Università del Salento.

Insolito  l’argomento,  insolita anche la  location. La Schirinzi ed  il  docente  di  origini  romagnole (ma da oltre 30 anni negli States) erano,  infatti, negli Usa per  la  nona  Conferenza  Inter-nazionale  ‘Creutzfeldt-Jakob Disease  Foundation’  svoltasi  a  Washington D.C con scienziati, associazioni e familiari giunti da ogni parte del mondo.

Lei unica rappresentante  dall’Italia  insieme all’ingegner Roberto Borgis da Torino, presidente dell’Aienp (Associazione italiana encefalo-patie da prioni). L’autorevolezza della  tesi  appena  svolta  legittimava di per sé  la sua presenza all’importante conferenza ma la spinta decisiva è stata un’altra.

Maria Gabriella era a Washington per suo padre Antonio Luigi, scomparso  nel  gennaio  di  due anni fa proprio per la CJD, “La malattia  di Creutzfeldt –Jakob” ovvero “Un caso su un milione”, dal titolo della sua tesi.

«Ho voluto testimoniare la paradossale  positività  e  forza  interiore che il confrontarsi con una problematica così estrema come la malattia porta, nonostante tutto, con sé: come mente e corpo riescano  in  situazioni  estreme a  tirar fuori  le forze nascoste e immense che possediamo e che
nemmeno immaginiamo di avere» afferma la studiosa. Scrivere per rielaborare un lutto, per dare un senso al dolore. «Si è trattato di una  sorta di autoguarigione, meglio di qualsiasi farmaco, per conferire  dignità  ed  una  storia alla persona di cui si sta parlando e che non è più tra noi. È un gesto di riconoscenza, di risarcimento,  di  restituzione  simbolica» spiega la Schirinzi.

Ora  la  tesi verrà pubblicata grazie  alla    collaborazione  tra Università del Salento e le strutture  terapeutiche San Giovanni srl, St.Re.P srl e Prometeo Sfe di Casarano,  a  cui Antonio Luigi Schirinzi  aveva  dedicato  ogni suo sforzo. La stessa collaborazione ha già permesso di istituire il primo “Premio di studio in memoria di Antonio Luigi Schirinzi’ destinato  a premiare una ricerca  di  particolare  rilevanza scientifi ca  inerente  agli  interventi di sostegno socio-sanitari, alle  pratiche  di  promozione del benessere della persona  ed all’organizzazione  dei  servizi sanitari. 

«Questo  premio  ha  lo scopo di onorare la memoria di mio padre che, attraverso la sua opera e le sue iniziative imprenditoriali  nel  campo  culturale, sociale e sanitario, ha significativamente contribuito alla tutela dei  soggetti più deboli e  svantaggiati della provincia di Lecce» conclude la dottoressa.